Abbiamo aperto questo blog per condividere alcuni pensieri su questa professione e anche per raccontarvi un po' i pensieri di chi sceglie di passare il suo tempo dedicandosi a ciò in cui crede, cercando di lasciare sempre qualcosa di buono nelle persone che incontra lungo le tortuose e entusiasmanti vie di questa vita. Queste pagine raccontano e racconteranno molto di noi. Buona lettura!!!!

L'infermiere del futuro...


L'infermiere del futuro!
La ricerca ha evidenziato due aspetti essenziali: l’infermiere gioca un ruolo positivo nella sanità attuale e può essere uno dei principali protagonisti della buona sanità del futuro.
L’infermiere è oggi una professione con un appeal molto elevato perché viene considerata utile agli altri e perché consente di trovare lavoro rapidamente; good social reputation ed elevata occupabilità spiegano la
scelta da parte di un numero crescente di giovani di fare l’infermiere, ed il fatto che una netta maggioranza di italiani la giudichi una scelta da condividere e incoraggiare.
È poi positiva la valutazione dell’attività svolta dagli infermieri da parte di chi ha avuto rapporti con essi nelle varie tipologie di strutture o servizi sanitari; ed è una valutazione che si fonda su un giudizio positivo
relativamente alle buone capacità tecnico-professionali e anche alla buona capacità relazionale, intesa come capacità di entrare in rapporto con i pazienti e di rispondere alle loro esigenze, da quelle prettamente sanitarie a quelle di carattere informativo.
 In un momento in cui i media rilanciano sistematicamente episodi sconcertanti di malasanità, nel quotidiano emerge in positivo la figura dell’infermiere, che svolge con competenza e passione il suo lavoro e che, soprattutto, si pone come punto di riferimento per i pazienti.
Nella sanità del futuro gli infermieri secondo gli italiani sono destinati a giocare un ruolo importante, sempre in stretta relazione con i medici, ma con spazi di autonomia significativi in grado di contribuire ad innalzare la
qualità del Servizio Sanitario.
Si può dire che sono almeno due gli aspetti significativi dell’upgrading della professione infermieristica nella sanità del prossimo futuro:
- il primo aspetto è legato all’evoluzione del contenuto dell’attività dell’infermiere che sarà dato, oltre che da un’elevata capacità tecnicoprofessionale, dalla crescente attenzione alla dimensione relazionale
come condizione che permette di massimizzare la capacità della struttura e/o del servizio sanitario di rispondere alle aspettative di tutela e cura dei cittadini;
- il secondo aspetto consiste nel riconoscimento di spazi più ampi di responsabilità ed esercizio delle proprie competenze, anche se sempre in stretta connessione con i medici.
Il ruolo significativo che per gli italiani l’infermiere assumerà nella sanità del futuro dovrebbe condurre anche ad un maggior riconoscimento in termini di status, retribuzione e percorsi di carriera.
È chiaro d’altra parte che la professione infermieristica già oggi è il portato di mutamenti significativi tuttora in atto, che significano un aumento del loro numero e, in termini di connotati socio-demografici, una minore
femminilizzazione e un incremento degli stranieri; per il futuro i cambiamenti saranno ancora più intensi, se si considera che nei corsi di laurea in Scienze Infermieristiche il profilo degli immatricolati mostra un
incremento molto consistente dei giovani provenienti dai licei, di quelli che hanno fatto di questo corso di laurea la prima scelta, e di coloro che hanno ottenuto voti elevati all’esame di maturità.
È la prova concreta del crescente appeal della professione infermieristica, e del fatto che non è più da tempo un lavoro di ripiego o una seconda scelta, ma una professione interessante, che offre opportunità e gratificazioni e che, sebbene oggi significhi ancora lavorare molto per non guadagnare molto,
comunque beneficia di un positivo riconoscimento sociale, di ottime opportunità occupazionali e in prospettiva anche di maggiori riconoscimenti retributivi e di carriera.
Peraltro, le prospettive occupazionali sono destinate addirittura a migliorare rispetto a quelle già oggi molto positive; infatti, nella percezione collettiva gli infermieri “sono pochi rispetto alle esigenze” e, se si pone
prospetticamente l’obiettivo di avvicinare l’Italia a Paesi come la Francia o l’Olanda, allora è evidente come la richiesta di infermieri sia destinata a crescere in misura significativa.
Se, però, la curva di domanda degli infermieri è destinata a salire, l’offerta di nuovi infermieri è bloccata dal numero chiuso per l’accesso ai corsi universitari. Questo aspetto emerge dalla ricerca con una bocciatura sociale solenne assolutamente trasversale: viene considerato da superare un meccanismo di limitazione dell’accesso ai corsi universitari per profili professionali, come quelli infermieristici, di cui c’è visibilmente bisogno.
E ciò appare ancora più stringente se associato al prospettato shortage di medici e all’inevitabile dinamica crescente della domanda di sanità legata all’invecchiamento della popolazione e alla diffusione di patologie cronicoinvalidanti.
In estrema sintesi, dai risultati della ricerca emergono alcuni punti di una potenziale agenda delle cose da fare:
- aumentare le opportunità di accesso ai corsi universitari per Scienze
Infermieristiche, modulandole maggiormente sull’evoluzione attesa della domanda di infermieri legata ai mutamenti della domanda e dell’offerta sanitaria;
- mettere al centro della formazione non solo le competenze tecnicoprofessionali ma quelle relazionali, di attenzione al paziente e alla famiglia, e la capacità di interagire, di comunicare e di relazionarsi;
- ampliare nella sanità gli spazi di azione autonoma e diretta degli infermieri, laddove ciò migliora la qualità dei servizi, come ad esempio nel caso dei Pronto soccorso, dove gli infermieri potrebbero occuparsi ad esempio dei “codici bianchi”, seguendo linee guida indicate dai clinici.

BIBLIOGRAFIA UTILIZZATA
Sito collegio ipasvi: www.ipasvi.it

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